San Giorgio a Liri, grazie alla sua abbondanza d’acqua, era un paese fortunato anche sotto l’aspetto dell’igiene. La presenza della “Forma” all’interno del centro abitato permetteva alle donne del paese di avere numerosi punti dove fare il bucato, senza dover aspettare troppo o fare lunghi percorsi. Le nostre nonne si impegnavano duramente in questa attività, sfruttando i vari lavatoi disponibili, che garantivano spazio sufficiente per tutte. Tuttavia, l’acqua manteneva una temperatura costante di 13 gradi, rendendo particolarmente arduo il compito soprattutto durante l’inverno, quando le mani delle donne diventavano ghiacciate.
Il lavatoio pubblico più importante si trovava proprio in questo contesto. Era un punto di ritrovo non solo per lavare i panni, ma anche per scambiare chiacchiere e mantenere vive le relazioni sociali. Questo luogo aveva un significato speciale nella vita quotidiana delle persone. Le donne, infatti, approfittavano di questi momenti per condividere racconti, scambiarsi consigli e aggiornarsi sulle novità del paese. Era un vero e proprio centro di socializzazione, dove il lavoro faticoso del lavaggio si mescolava con la vita comunitaria.
Il lavatoio, con il suo mormorio costante dell’acqua e i rumori ritmici dello strofinare dei panni, rappresentava un luogo di memoria collettiva, intriso di storie e di tradizioni. Le tecniche di lavaggio tramandate di generazione in generazione si mescolavano con i pettegolezzi, le risate e, talvolta, le confidenze più intime. Questo spazio era una testimonianza tangibile del passato e della cultura locale.